Recensione La Kate dei libri

Recensione La Kate dei libri

Una segretaria per milord

Mancano pochi giorni a una delle feste più stucchevoli e commercializzate dell’anno, e non avrei potuto scegliere lettura migliore per celebrare degnamente quell’otto marzo che ogni anno entra prepotentemente nelle nostre femminili esistenze munito di mazzolini mosci,  gialli, polverosi e nemmeno così profumati.

Ed è così che grazie alla casa editrice Harper Collins ho potuto farmi il regalo migliore: un romanzo scritto da donne, per le donne, che parla di donne.

E toglietevi dalla testa quelle rincretinite da eros moderno, quelle che se-mi-guardi-te-la-mollo. Emerald, la nostra protagonista femminile, è diversa. E credo sia diversa non perché nata un secolo prima della vogliosa e multi-orgasmica Anastasia delle sfumature di grigionerorosso o grigiorossonero (non saprei); io credo che Emy sia diversa di suo, a prescindere, se capite cosa intendo. Emy sarebbe diversa anche se un autore bizzarro ed estroso la gettasse di peso dentro al mondo delle cinquanta sfumature (mondo dal quale fuggirebbe a gambe levate, immagino). Mi capite?

Il primo incontro con Emy non è, però, dei più convenienti. Ci troviamo nei primi anni del Novecento ed Emy è a tutti gli effetti una onesta donna londinese. Certo, non è titolata, ma è e rimane una signora rispettabile di quella Londra che si incammina verso la modernità ma che ancora non tollera che qualcuno – una donna poi! – possa improvvisare certe mattane. Il problema non è di Emy, comunque, che rimane a terra, incatenata davanti al Parlamento. Non ha nulla di cui vergognarsi, l’orgoglio e la sfida minacciano di uscirle dal petto, le fiamme del suo sguardo inceneriscono gli astanti. L’imbarazzo è enorme. Il poliziotto cincischia, tenta di far la voce grossa ma senza successo, la gente è indignata, Emy decisa a non muovere un muscolo e a seguitare la sua battaglia per il voto alle donne.

Ma se c’è un uomo capace di riportare le cose in ordine, con le buone o con le cattive, quello è  il Conte di Reavley, Nigel, un giovane uomo di potere, affascinante (non credo si possa considerare universalmente bello, credo piuttosto che abbia qualcosa di irresistibile, probabilmente quel suo sguardo sempre un pochino triste e preoccupato che tanto attira un certo tipo di donna) e deciso che però, nel compiere la sua opera ai danni della bella suffragetta, guadagna un grosso sfregio sulla guancia. L’onta e il danno sono da riparare, poco ma sicuro. Ed è così che la riottosa creatura si ritrova  a casa di milord negli improbabili panni di una novella segretaria parte contrita parte troppo orgogliosa per ammetterlo.

Gli eventi si susseguono sin troppo in fretta, per noi vecchie ciabatte romantiche: impossibile, per i due, fermare le loro fantasie, impossibile non sentire l’odore che si spande dalla pelle di lei, impossibile resistere a quello sguardo triste e malinconico di chi troppo ha visto e vissuto che campeggia sul bel volto dell’uomo. E se il nostro desiderio sarebbe quello di vedere i nostri due beniamini avvolti in un piumone, accaldati e spettinati, be’… no, le cose non andranno così. Emy non è una donna di potere, non è una lady, non ha titoli, non ha nulla se non una casa umile e piccolissima che divide con il padre, uomo buono e mite. Emy ha un passato, come lo abbiamo tutti, e dal passato della ragazza spunta, come dal nulla, l’avvocato Kelly, il buon caro Patrick che molti anni prima aveva condiviso con lei parte della sua infanzia. Un giovane deciso ad aiutare, mediante la sua professione, gli indifendibili, coloro i quali per natali e per sfortuna, non vengono messi nelle condizioni di potersi degnamente difendere. Più di un Pari d’Inghilterra non sembrerebbe l’avvocato Kelly a dover rubare il cuore della ragazza piena di ideali che abbiamo conosciuto davanti al Parlamento? Non sembrerebbe proprio lui la tessera mancante del puzzle di Emerald? Non sembrerebbe lui, pieno come lei di sogni e di speranze, di voglia di fare qualcosa per il prossimo, per i più deboli, per i più bisognosi a doverle stare accanto? I nostri e i vostri dubbi sono anche quelli della giovane Emy che si troverà di fronte a una decisione terribile.

Una segretaria per milord è un romance storico che mi sono imposta di centellinare, leggendo poche pagine per volta nel tentativo di protrarre il più a lungo possibile quella sensazione di caldo piacere e dolce rilassatezza che mi accarezzava durante la lettura. Ho sorriso davanti alla sfrontatezza di Emy, ho sospirato davanti agli occhi tristi di Nigel, ho riso conoscendo Amory, migliore amico di Nigel e personaggio strepitoso (qui vorremmo uno spin-off della storia con questo personaggio, eh?). Poche pagine sono bastate a trascinarmi in una Londra antica e seppiata che mi ha conquistato dalle prime righe con la forza di una scrittura sicura e competente, uno stile fluido e leggero ma mai banale o superficiale, pochi personaggi tutti ugualmente ben tratteggiati, curati, coccolati oserei dire. Un libro che forse è nato per gioco ma che è finito per essere un gioco molto serio, un gioco da grandi, un gioco nel quale due amiche scrivono una storia d’amore e fanno nascere un affresco di un’epoca e un concetto chiaro e preciso: cosa ci rende uomini d’onore? Cosa rende una donna, una vera donna? Cosa rende, di un uomo, qualcuno da poter guardare negli occhi senza ch’egli abbassi lo sguardo?

Bando alle signorine allegre dei romanzi moderni, quelle che si fanno vanto di non dover chiedere mai, quelle che per rivendicare una parità di sesso si comportano in maniera spregevole e leggera, abbassando sempre di più l’asticella della femminilità (e del femminismo); è giunta l’ora di conoscere Emerald.

Recensione La Kate dei libri

Recensione I miei sogni tra le pagine

Pensieri e Riflessioni su “Una segretaria per Milord” di F.Soprani e V. Corella

Ci sono libri che leggo perché incuriosita dal titolo o dalla trama; romanzi che leggo perché molto chiacchierati hanno sollevato un polverone sul web; e poi ci sono quelle letture che non posso farmi scappare perché ho già avuto modo di conoscere e apprezzare le autrici e che io definisco come “le mie isole serene” perché sono assolutamente certa a priori che non mi deluderanno.
Ecco, questo romanzo rientra non solo in questa ultima categoria… ma anche nella prima. Ho letto la trama che mi ha subito incuriosita fin dal primo annuncio apparso in rete e, quando solo più tardi ho realizzato che le autrici erano quest’accoppiata vincente, ho capito immediatamente che andava letto.
Ambientato nella Londra del 1912, periodo in cui le cosiddette “suffragette” lottavano per ottenere il riconoscimento della piena dignità delle donne, Emy White attira l’attenzione di un Lord proprio incatenandosi all’ingresso di Westminster.
E come accade nelle migliori storie d’amore anche in queste pagine non verrà smentito il noto detto secondo cui “i due opposti si attraggono” così che questo Lord, Nigel Riario, si innamorerà della bella e fiera Emy White e la nostra giovane non potrà che cedere al fascino dalle origini italiane del Lord.
Ma non tutto fila sempre liscio come l’olio: le nostre care autrici non si sono fatte scappare l’opportunità di mettere in campo il “terzo incomodo” in grado di movimentare un po’ la situazione.
Vi assicuro infatti che con la classica spontaneità che le contraddistingue e con quelle battute frizzanti che ti fanno sorridere proprio perché affidate a personaggi dal carisma unico, trascorrerete delle piacevoli e serene ore in compagnia dell’intero cast. Il termine “cast” non l’ho usato a caso perché il canovaccio di questo scritto ricorda tanto le opere buffe musicate, ad esempio, da Gaetano Donizetti.
Ogni personaggio infatti è magnificamente caratterizzato ed unico per le sue peculiarità caratteriali. Penso al miglior amico di Nigel, Amory Aberconway, un po’ cicisbeo settecentesco, un po’ barone rampante e penso al suo modo, voluto o meno, di sdrammatizzare certe situazioni. Insomma, la spalla perfetta per un rigido ed imperioso Lord, così che la contrapposizione tra le due figure renda la coppia Nigel/Amory assolutamente simpatica.
Amory guardò Nigel. «Visto? Più divertente di te.»
«Entrate, mie lord, vi prego. Prendevamo il tè.»
«Sapete leggere le cartine geografiche?» chiese Amory seguendola e cercando una cameriera a cui appioppare cappello, guanti e bastone.
«Come?» Emy si occupò dei loro accessori, il che fece sollevare di nuovo il sopracciglio del barone.
«Niente miss. Un motto di spirito.»
La trama vi scorrerà sotto gli occhi con il sorriso sulle labbra e vi porterà alla fine completamente soddisfatti. È uno di quei romanzi che ti fa chiudere il lettore con la consapevolezza di aver aggiunto alla tua libreria un altro indimenticabile tassello.
Ovviamente consigliato a chi ama le allegre storie d’amore.
Recensione La Kate dei libri

Recensione La biblioteca di Drusie

Recensione: Una segretaria per Milord di Federica Soprani e Vittoria Corella

Arranco arranco, ma prima o poi arrivo. Periodaccio. Casinoso e stanco, ma piano piano ce la faccio. Soprattutto se incrociate le dita per me ^^
Intanto sono riuscita a mettere a posto questa mia opinione e a pubblicarla. Purtroppo non è lunghissima, ma ultimamente un po’ per il tempo un po’ perché a me le recensioni lunghe annoiano (e quindi tendo a proiettare il mio comportamento anche su altri utenti), tendo ad essere un po’ più concisa.
Ringrazio tantissimo le autrici per avermi segnalata ad Harper Collins e la Harper Collins per avermi inviato il libro.

Voto 7/10
Come sapete, o avrete capito, ho un debole per quete due autrici ed ero davvero curiosa di vederle all’opera lontane dal loro amato ambiente vittoriano e dai confini noti delle loro storie.
Secondo me non è andata male.
Siamo a inizio secolo scorso, in pieno movimento delle suffragette e le due autrici colgono l’occasione per dare inizio alla loro storia con una scena che può benissimo essere accaduta.
Emy si è incatenata davanti al Parlamento e Nigel Reavley non ci pensa due volte a metterle le mani addosso in cerca delle chiavi.
Un sonoro schiaffo chiude la scena, salvo poi proseguire il giorno dopo quando l’indomita signorina si presenta dal conte a porgere le sue scuse. Il conte, colpito forse più nello spirito che nel corpo, dalla bionda suffragetta pone una singolare condizione pur di rivederla: lei dovrà fargli da segretaria per un mese.
Forse non originalissima come cosa, ma carina e divertente. Mi è piaciuto che i canoni classici del rosa storico siano stati un po’ alterati, soprattutto nei tempi, in quanto i terzi e quarti incomodi arrivano in maniera leggermente diversa. Anche la storia non prevede una nobildonna forte ma spaesata, bensì, appunto, una suffragetta indipendente, determinata, che sa benissimo cosa vuole. Soprattutto vuole vedere se l’uomo che lei ama è disposto a darglielo.
Nigel invece è molto più rispettoso del suo ruolo: maschilista, un po’ ostinato, anche un filino ottuso, molto uomo di inizio secolo.
Il finale è stato molto divertente, anche se io ho adorato Amory per tutto il libro. Non mi spiacerebbe vedere qualcosa dedicato solo a lui.
La scrittura è sempre elegante e accurata nonostante la scarsità di pagine. Sì, secondo me ci voleva qualche pagina in più sia per la trama sia per poter lasciare spazio al momento storico (il movimento delle suffragette purtroppo è giusto accennato).
A parte questo un racconto leggero e godibile, romantico, ma anche divertente che regala un momento di relax.

Recensione La Kate dei libri

Recensione Penna d’oro

RECENSIONE | “Una segretaria per milord” di Federica Soprani e Vittoria Corella

Carissimi amici, chi mi segue sa perfettamente che io prediligo il genere thriller e raramente leggo romance. E’ una scelta che mi porto dietro da sempre, non c’è un motivo specifico se non la voglia di leggere romanzi in cui l’adrenalina e la suspense la fanno da padroni. Tempo fa ho avuto il piacere di leggere alcuni lavori, di due talentuose scrittrici, che ho adorato fin dalle prime battute. La loro scrittura raffinata, ricca di emozioni, curata nei minimi particolari, mi ha permesso di vivere storie travolgenti in cui ogni personaggio rappresentava un’anima inquieta caratterizzata da luci e ombre che interagivano per creare vicende coinvolgenti. Mi riferisco a due lavori davvero intriganti: la serie vittoriana “Victorian Solstice” e la saga steampunk “Victorian Vigilante”. Avrete sicuramente capito che sto parlando di Federica Soprani e Vittoria Corella, due amiche che condividono l’amore per la scrittura e sono talmente in sintonia da creare intense storie che catturano il lettore trascinandolo in un vento di emozioni. Le nostre amiche, però, amano le sfide e hanno realizzato un romanzo romance storico. Un bel cambiamento! Avranno vinto la scommessa? Andiamo per ordine.

Sinossi: Londra, 1912 – Al grido di: Il voto alle donne, Emy White si è incatenata davanti ai cancelli del Parlamento di Londra. Non è la prima volta che ha la sfacciataggine di portare avanti in maniera tanto spudorata le richieste del Circolo del Voto di cui fa parte, ma di certo è la prima volta che qualcuno osa metterle le mani addosso. E non si tratta di un poliziotto… Il terribile affronto le arriva dal Conte di Reavley, deciso a por fine alla sua pantomima con la forza. Accecata dall’insulto, Emy lo schiaffeggia, salvo pentirsi amaramente di quel gesto, e solo perché lei disdegna la violenza. Pronta a chieder perdono, si presenta alla porta di milord che, però, non ha intenzione di scusarla tanto facilmente. Sarà sufficiente un mese come segretaria al suo servizio per far dimenticare alla bella suffragetta ogni velleità di parità sessuale? O forse, in quel periodo di tempo, l’impeccabile gentiluomo vedrà crollare ogni sua sicurezza?

STILE: 8 | STORIA: 7 | COPERTINA: 7

Londra, maggio 1912
Supina sul marciapiede, Emy White notò una nuvola a forma di coniglio. Bianconiglio? Bianconiglio, aspettami! Quel pensiero la fece ridere.

Quasi tutti gli astanti dovettero ritenere che lei fosse pazza, che soffrisse di una qualche forma di disturbo femminile che le faceva trovare allettante stare sdraiata all’ingresso di Westminster, con le catene incrociate sul petto, decisa a bloccare il passo dei Parlamentari di entrambe le camere, Alta e Bassa. Lord e Comuni  […]

“Il voto alle donne!” gridò allora, facendo sobbalzare il bobby.

Emy White si è incatenata davanti ai cancelli del Parlamento di Londra per sostenere le richieste del Circolo del Voto. A porre fine alla sua protesta è il Conte di Reavley, uomo deciso e sicuro di sé. Emy, come reazione all’affronto subito, lo schiaffeggia ma si pente subito del suo gesto. Lei, che disdegna la violenza, si è fatta sopraffare dalla collera. Pronta a chiedere scusa, Emy si reca a casa del Conte  che le propone di espiare la sua colpa lavorando per lui come segretaria. Basterà questo per far dimenticare a Emy ogni velleità di parità sessuale? O sarà l’impeccabile gentiluomo che vedrà crollare ogni sua sicurezza?
Emy è una giovane suffragetta che crede nell’uguaglianza, nella pari dignità tra uomini e donne. Presta la sua opera di volontaria presso la Brick Lane, una clinica per donne perdute e ragazze madri. Uguaglianza, emancipazione femminile sono i suoi mantra.

Emy pativa la fatica di ingoiare il proprio orgoglio di donna del nuovo secolo, figlia dell’avanguardia del Novecento che doveva ancora una volta chinare il capo e sottomettersi a un uomo, un maschio. E con l’aggravante della nobiltà.

L’incontro-scontro tra Emy e il Conte di Reavley è l’inizio di una storia che vedrà la nascita e l’evoluzione di un sentimento che determinerà molti cambiamenti nella vita dei protagonisti.
L’eroina del romanzo è una donna consapevole della propria dignità, disposta a lottare per conquistare il rispetto che le è dovuto, pronta a ribaltare le convenzioni sociali che vedevano le donne come “cose” nelle mani degli uomini. Anche i suoi sentimenti non avranno vita facile. Divisa tra due uomini che si contendono il suo amore, dovrà scegliere tra il turbamento e la passione, tra l’estasi e il desiderio.
“Una segretaria per milord” è un romanzo ben scritto, dalla trama lineare ma avvincente che strappa più di un sorriso. Ho apprezzato il ruolo di suffragetta della protagonista, anche se, a dir il vero, il mio personaggio preferito è stato il barone Amory Aberconway, amico di Nigel. Le sue battute, il suo modo di fare mi hanno conquistata.
Federica e Vittoria sono riuscite nel difficile compito di farmi apprezzare un genere che non amo molto. Vi spiego il perché.
Il romanzo non presenta una lettura sdolcinata ed esageratamente romantica. Il carattere psicologico dei personaggi è ben approfondito. Le vicende narrate sono curate nei particolari e c’è sempre un filo d’ironia che sdrammatizza ogni cosa. Le figure del romance sono rispettate: l’eroina giovane e bella, l’eroe pronto a lottare per la donna amata, gli antagonisti gelosi e l’amico del protagonista.
La lettura fluida è scandita da un buon ritmo, gli avvenimenti si susseguono disegnando un ottimo intreccio che rivela non solo il potere del cuore ma anche il valore della mente. I due protagonisti si confrontano e il cambiamento non è un miraggio ma una possibilità di crescita e di unione.
Le talentuose Federica Soprani e Vittoria Corella hanno dimostrato, ancora una volta, bravura e sensibilità. Dopo aver intrigato e inquietato i lettori, io in primis, con il racconto di efferati delitti hanno scritto un romanzo per dar voce all’alchimia delle emozioni, per parlar d’amore con piglio deciso ma rivelando un cuore tenero e sensibile. Promosse a pieni voti.

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Recensione Bostonian Library

RECENSIONE: “UNA SEGRETARIA PER MILORD” DI FEDERICA SOPRANI E VITTORIA CORELLA

Considerazioni.
Romanzo davvero carinissimo, che vi dico subito non mancherà di appassionarvi tanto per le ambientazioni che per i personaggi.
Conoscevo il duo Federica Soprani – Vittoria Corella già da un pò di tempo, per via dei loro scritti che mi avevano intrattenuto piacevolmente con la serie “Victorian Solstice” e quella caratterizzata da elementi spiccatamente steampunk della Serie “Victorian Vigilante”.

Con “Una segretaria per Milord” siamo sempre a Londra, per cui non cambieremo moltissimo ambientazione rispetto a quanto le autrici ci abituato precedentemente, ma ci spostiamo a tematiche più romantiche, rispetto a quanto Soprani/Corella hanno fatto nei romanzi passati.
Questo romanzo è infatti un romance in cui però le due autrici non rinunciano a esplorare tematiche che stanno da tempo loro a cuore, la battaglie delle Suffraette su tutti.
Assolutamente gradita e piacevolissima risulta essere la protagonista di questa storia, Emy White, la quale vive nel 1912 e oltre ad essere una ragazza intelligente ed intraprendente è anche molto determinata e appassionata che non sita ad aiutare la collettività nelle cause che ritiene indispensabili. Una di queste è proprio quella del diritto al vot per le donne, che la porta a nutrire le fila del “Circolo del Voto” e quindi del movimento delle Suffregette.
Emy proviene da una famglia che le ha sempre permesso di coltivare e manifestare liberamente la propria opinione e combattere le battaglie che sentiva necessarie e proprie della sua persona. Grazie infatti ad un padre piuttosto liberale e sensibilmente attivo circa le cause sociali, che lo ha portato a educare Emy in una certa ottica avanguardista, non si aspetta che quest’ultima faccia di meno di quanto lui stesso farebbe … anche vederla incatenarsi davanti all’ingresso di Westminster, per adoperarsi anima e corpo alla “causa”.
Non solo. Fosse finita lì probabilmente la gente avrebbe spetttegolato un pò e poi avrebbe lasciato cadere la cosa, ma un certo Conte di Reavley, uomo considerato il più conservatore degli inglesi, nonchè Pari d’Inghilterra, le mette le mani nel corsetto per recuperare la chiave per aprire le catene che la legano ai cancelli di Westminster…
Nella buona società londinese la catena che cade e lo schiaffo che ne segue, non passa inosservato e ben presto il “fattaccio” diventa di dominio pubblico e scandalizza tutta Londra.
In una girandola di accadimenti, litigi, lotte per i propri ideali e amori inaspettati, incontri casuali e determinanti, vi faranno sicuramente compagnia sullo sfondo insolito della lotta al voto delle Suffragette, tematiche che sta tornando in voga grazie anche al film che sta per approdare in Italia (intitolato “Suffragette”), presentandovi ambientazioni accattivantissime, personaggi intriganti e vicende che poche volte sono state trattate nel genere romance e che è bello leggere per la freschezza con la quale sono state trattate.

Assolutamente cosigliato, insomma!!!

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Recensione Insaziabili letture

Recensione: “UNA SEGRETARIA PER MILORD” di Federica Soprani e Vittoria Corella.

by Giorgia Golfetto on 23:08 in eLitFederica SopraniGennaio 2016RecensioniRomanzo RosaVittoria Corella

a cura di Lucia G

Salve cari lettori.

Come potete immaginare, il Goblin non legge romance, o se li legge è solo per massacrarli ferocemente. Sentimenti? Sbrodolature romantiche? Palpiti femminili, frasi smancerose, promesse di amore eterno e scene di sesso descritte con termini che, come minimo, mi fanno venire le convulsioni per le risate? No, grazie. I miei compagni di grotta mi prenderebbero per i fondelli per i prossimi dieci secoli, non scherziamo.

Potete immaginare il mio conflitto interiore quando ho letto il nome di due autrici che stimo accanto a un titolo che sapeva di storia d’amore lontano un miglio. Le due donzelle mi avevano abituato a efferati delitti, a una Londra che assomiglia di più a un girone infernale che a una vera città, in cui dannati di ogni tipo trascinano avanti la loro triste o delirante esistenza. Come potevano simili menti partorire una storia d’amore, ma di quelle vere? È stato dunque con estrema diffidenza che mi sono avvicinato a questo libro. Il mio Kindle non emanava nessun odore strano, mentre aprivo il file. Niente effluvi di violette o di gelsomino, ad esempio. Che cosa rischiavo? Al limite il dispiacere sarebbe stato il loro, se la delusione fosse stata forte. Nessuno infastidisce il Goblin senza scontarla, dopo.

Invece è successa una cosa strana. C’erano, sì, un lui e una lei, e l’idea era probabilmente quella di farli finire assieme dopo un certo numero di peripezie. Ma lui non era il solito giovanotto arrogante dal passato difficile e lei non era la solita oca che nessuno si fila, oppure la donna spregiudicata, quasi virile come un uomo, che smonterebbe persino Conan il barbaro. Il Conte di Reavley arrogante lo è parecchio, intendiamoci, di quell’arroganza che gli viene dalla propria posizione sociale e dall’educazione che ha ricevuto. Non lo fa apposta. È cresciuto in un’epoca in cui era normale che gli uomini si sentissero superiori alle donne e non gli è mai passato per la mente di mettere in discussione quello che considera l’ordine naturale delle cose. Poi incontra Emy, che per le persone come lui è un vero e proprio incubo vivente, e va letteralmente nel pallone. La stessa cosa succede ad Emy, ma con ruoli rovesciati. Lei, che è cresciuta a pane e diritti delle donne e che considera quelli come Reavly la personificazione terrena del demonio, si ritrova innamorata proprio di uno di loro, uno dei peggiori!

L’abilità delle autrici sta proprio nell’aver preso in mano una situazione del genere, che avrebbe potuto virare sul tormentato e strappalacrime in qualsiasi momento, e averla trasformata in un carosello di avvenimenti scoppiettante e con una freschezza incredibile, ma non per questo meno profondo. In più, mentre la vicenda si dipana, incontriamo personaggi secondari ma memorabili come Amory, il miglior amico di Lord Reavly, che mi ha fatto ridere fino alle lacrime in più di un’occasione, o Bella, che da rivale di Emy si trasforma in amica ecomplice, conquistata suo malgrado dall’integrità e dalla passionalità della ragazza di più umili origini. Non è stato facile nascondere ai miei compagni di grotta il motivo per cui stessi ridendo tanto. Ho detto loro che stavo leggendo una biografia di Jack lo Squartatore, ma non so se ci hanno creduto, soprattutto per la lacrimuccia che mi è scesa lungo la guancia per il finale del libro. Qui ho di nuovo apprezzato la genialità delle autrici che, con un semplice stratagemma, lo hanno reso NON scontato e NON banale. Cosa si può chiedere di più a un concentrato di sentimenti positivi?

Potrei citarvi vari momenti che ho particolarmente amato, durante la lettura, e che mostrano inequivocabili l’evoluzione perfetta dei personaggi e il loro essere davvero vivi, ma non voglio rovinarvi la sorpresa, per cui vi consiglio solo di leggerlo e di godervelo come ho fatto io. Adesso però devo cancellare il file dal Kindle, o la mia reputazione tra i goblin sarà compromessa per sempre.

Alla prossima, caro lettore.