Prima di Victorian Solstice c’erano un Mago, un Medium e una donna libera.
Poi gli Arcani hanno parlato.
Prima che qualcosa cominci occorre che qualcos’altro finisca.
Questa è la fine di tutto. Per il principio bisogna aspettare Jonas Marlowe.
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Per i contenuti trattati la lettura è consigliata a un pubblico maggiorenne e privo di pregiudizi.
“In questo teatro vedo il tuo sarcofago di vetro, Cristophe. Quello per la Tortura Giapponese dell’Acqua.”
“Cinese.”
“Quello che è. Il sarcofago è pieno d’acqua e dentro ci sei tu. E tu stai annegando, non riesci a liberarti dalle manette. Ti dibatti, annaspi. La cosa sembra durare un’eternità. Poi svieni e anneghi. Quando ti tiro fuori da lì, sei morto.”
Safire tirò l’ultima boccata e poi gettò il mozzicone oltre il parapetto. La sigaretta descrisse un arco triste in mezzo alla caduta pigra dei fiocchi di neve che si andavano ingrossando, e scomparve sotto di loro. Il Mago rimase silenzioso a guardare la neve che cadeva sul Tamigi. Jericho lo fissava, aspettandosi una reazione di qualche tipo. Silenzio.
“Non dici niente?”
Safire studiò il cielo, solo di qualche tono meno opprimente del colore limaccioso delle acque del fiume e disse.
“Si prepara una bella nevicata.”
Il Medium lasciò cadere le braccia e sbottò.
“Sei sempre il solito stronzo!”