“Amazon mi chiede perché ho dato cinque stelle a questo secondo episodio della saga di Victorian Vigilante. Bene, credo sia perché amo i Preraffaeliti, il Liberty, Gustav Klimt, i fumetti, le melagrane, perché ho letto “Il destino si chiama Clotilde”, di Giovannino Guareschi, perché quando leggo, infine, entro nella storia come se un altro mondo m’inghiottisse. Ora spiego cosa c’entra tutto ciò con questo libro: c’è una qualità sensoriale nella scrittura di Vittoria Corella e Federica Soprani che mi rapisce. La caratteristica è quella di un bagno in una dimensione dove colori, suoni, forme, ghirigori preziosi e a tutto tondo, ti accompagnano a conoscere personaggi, ambientazioni, dimore e sentimenti. Le autrici usano la metafora con dovizia, ed è una cosa che io apprezzo, se non è ridondante. Ok, anche se a volte è ridondante, perché le descrizioni mi accompagnano per mano e m’incantano.
Rispetto al primo libro, mi sembra di riconoscere una più alta qualità emotiva dei personaggi, e dunque l’aspetto fastosamente decorativo si sposa qui con un maggiore approfondimento. Si possono conoscere meglio, ci si può immedesimare. Una parola per Mordecai, personaggio originalissimo secondo me, degno dell’inventiva dei migliori fumettisti. Ci si sloga la mascella anche per le svolte inaspettate della trama. L’atmosfera vittoriana, il gusto gotico di queste creature frutto di scienza e di visione mistica forniscono pure materia etica su cui riflettere. Dunque abbiamo la trama, abbiamo i personaggi… e abbiamo lo stile. Ecco è qui che mi vengono in mente le melagrane: i chicchi sono lucidi, trasparenti e meravigliosamente disposti. Insomma, mi è venuta voglia di scrivere. L’unica pecca? c’è da aspettare il terzo libro. Consiglio caldamente la lettura di tutta la trilogia.”
5.0 su 5 stelle
25 novembre 2015