Grief is the thing with feathers
Barbican Theatre di Londra
8 Aprile 2019
Dal libro di Max Porter
Adattamento teatrale di Enda Walsh
Interpretato da Cillian Murphy
Per il Corvo sono qui. In molti sensi. Per il corvo sono a Londra e bevo prosecco al bar del Barbican e la tosse mi fiacca. Ritiro il mio biglietto nominativo (ma ti stanno aspettando? Mano certa di bravo londoner pesca al buio il mio nome e non vuole nemmeno la carta di credito, it’s ok, it’s fine). Barbican brutalista, tanto cemento, left side, stalls entrance. Porte come coperchi che si chiudono. Vrrr.
Una casa disfatta ci aspetta.
Stasera Max Porter ci spiega come si sopravvive al dolore più spietato e mangiacarne che esista. Bisogna invocare un mostro peggiore per farlo. Cillian Murphy dorme sulla poltrona accanto ai suoi due bambini teatrali. Lo capisco, i letti non sono più letti quando si soffre. Meglio divani, poltrone, pavimenti. O non dormire. È che ora Cillian è solo e i suoi figli sono bambini senza madre. Occhio del ciclone del lutto, in una casa ferma, teglie di lasagne piovono da vicini premurosi mai visti prima. Oh, dategli tregua a quest’uomo. DLIN DLON.
Quando apre la porta per altra solidarietà, ecco il mostro. Il corvo. È venuto perché i bambini senza mamma e il marito senza moglie e senza amore sono della sua razza, sono PURO CORVO.
Corvo non ha tatto, non ha delicatezza, prende Cillian e gli gira la testa verso la Morte. Non sarà affatto gentile, ma nessuna medicina è buona, nessuna cura è facile. E se è facile non funziona. La cura farà MOLTO male.
Cillian vive in pigiama, in accappatoio. Mal rasato, malmesso. Cibo per corvi psicopompi, che ti traghettano attraverso il tuo personale inferno fino all’altra sponda, su un mare di merda e lacrime, e cibo precotto riscaldato al microonde e sconfitta.
Corvo ghigna con la voce di Cillian. Cillian piange e racconta con la voce di Cillian, Corvo gracchia, raspa forte sulla pelle dei vivi. Si fa il nido nella casa disfatta. E il nido va difeso, si sa, quando ci sono dei piccoli.
Così una sera, come il lupo delle fiabe, arriva il demone del dolore. Ci prova sempre a vincere. Sono un amico, sono la polizia, dice. I bambini e il papà sono furbi e non aprono la porta.
SONO LA MAMMA.
E corrono per aprire, ma l’orribile corvo è davanti alla porta chiusa e dice: tornate a letto.
E tutti tornano a letto e il Corvo apre la porta al Predatore e gli spiega cosa fa un Corvo a chi attacca il nido: lo fa a pezzi e lo divora.
E poi viene il giorno, e poi viene il tornare al lavoro. La scuola. Papà e Corvo non sembrano più la stessa persona. L’accappatoio nero-corvo viene sostituito dai vestiti di persona viva. Corvo ha un’ultima cosa da fare, raccontare la morte della mamma al papà. E Cillian racconta a Cillian la morte della donna che lui amava, come un aneurisma l’ha schiantata a terra e come lei volesse tanto vivere.
Poi cillian-corvo parte e lascia cillian-papà ai suoi bambini.
A Londra applaudono due volte sole, se lo spettacolo e piaciuto. Applaudiamo due volte, poi raccogliamo le nostre cose e torniamo a casa.
Possa esserci un Corvo per ciascuno di noi, quando verrà il momento. E se il momento è già venuto e siamo ancora qui, allora Corvo lo conosciamo anche noi.