il 16 novembre 2015
La prima parte di ‘Victorian Vigilante’ è la deliziosa lettura dell’inizio di un curato racconto steampunk. Lo steampunk è un genere letterario poco conosciuto in Italia, ma che negli ultimi tempi ha iniziato ad affermarsi sempre di più. Definire questo genere non è cosa semplice, perché mille sfaccettature lo compongono. Però si potrebbe dire che lo steampunk è il mondo del “passato se il futuro fosse accaduto prima” o, forse ancor meglio, se gli eventi occorsi nella storia umana avessero preso svolte differenti da quelle effettive. Ed è qui che Victorian Vigilante prende luogo, in un’epoca vittoriana in cui uomini modificati tramite la Meccagenetronica camminano nella Londra e nell’Inghilterra su cui regna la Regina Vittoria. Uomini considerati ‘senza dio’ a causa di queste modificazioni meccaniche. E’ in questa Londra che si inizia ad avvistare nelle notti buie un misterioso vigilante, chiamato lo Spettro di Nebbia, sempre presente quando qualcosa accade e inseguito dal Sergente Malachy che lo crede malvagio. Nel frattempo la Baba Yaga, figlia e creatura del losco Dottor Morse, è in cerca di un oggetto per conto del suo padrone. Durante questa ricerca dovrà scontrarsi con gli altri personaggi che popolano questo bellissimo racconto. Lo stile di scrittura è molto scorrevole, e tuttavia la storia è scritta in un modo assolutamente preciso e delizioso, ricco di riferimenti specifici frutto di profonde conoscenze degli argomenti trattati. Un bell’inizio, che si sviluppa in una seconda parte già pubblicata in formato ebook e che mi appresterò sicuramente a leggere. Personalmente, ho trovato gradevole leggere questo testo accompagnandolo con delle tazze fumanti di tè nero (nello specifico i tè russi della Kusmi Tea) e, alla fine della lettura, non ho potuto fare a meno di ascoltare l’omonima canzone degli Abney Park. Complimenti vivissimi a queste due brave scrittrici!