Intervista doppia su W Libri
A cura di Oreste Patrone
Ogni tanto – anche se sempre più raramente, di questi tempi – accade che un autore riesca a fare la magia, inventandosi qualcosa di talmente originale, talmente unico da lasciarci a bocca aperta. Lo diciamo di continuo: le storie sono sempre le stesse, i personaggi si assomigliano tutti, le situazioni – salvo minime variazioni – si ripetono all’infinito. Talvolta siamo anche ingiusti con gli autori e troppo severi, anche questo va detto: tutta la narrativa, sin dall’alba dei tempi, è soprattutto l’arte della rielaborazione, della reinvenzione. Eppure è proprio qui che si gioca la partita dell’originalità. Prendere delle figure che rappresentano le icone di un genere, gli archetipi di una tradizione, ridisegnarle e conferirgli caratteristiche che li rendano unici eppure familiari. È così che nascono personaggi come Jonas e Jericho, i protagonisti della seria di novelle del ciclo Victorian Solstice delle autrici Vittoria Corella e Federica Soprani. Due personaggi che si ha la sensazione di aver avuto davanti da sempre, senza averli mai notati finché non ci si è imbattuti nelle loro storie. Perché Jonas e Jericho sono tutti i personaggi e non sono nessuno, sono originali senza essere astrusi e avulsi dalla realtà. In una sola parola, sono unici.
La storia è una di quelle che ti mettono addosso allo stesso tempo la pelle d’oca e una tristezza struggente.
Federica e Vittoria ci portano nei luoghi delle perversioni e delle angosce della Londra vittoriana per raccontarci una storia tormentata, un intenso dramma dalle atmosfere cupe e noir, dove i protagonisti, Jonas e Jericho, come due facce diverse della stessa, travagliata umanità, s’incaricano di risolvere un mistero che sarà solo la premessa per una discesa nell’Inferno dei sobborghi londinesi, dove finalmente il mistero troverà soluzione.
La narrazione, che procede con uno stile raffinato ed espressivo, carico di intenso e talvolta crudo realismo, ci ha colpito al punto che abbiamo deciso di conoscere meglio le due autrici, dedicando loro una serie di interviste e recensioni alle quali siamo inizio oggi.
Buongiorno Vittoria e Federica e benvenute su WLibri. Cominciamo con una domanda che immagino vi avranno fatto moltissime volte: come nasce Victorian Solstice?
VITTORIA: Come nasce? Nasce come un gioco, dal tentativo di passare indenne 8 ore davanti a un computer nell’attesa di liste di turisti russi senza dare capocciate contro la scrivania per il tedio. Nasce perché ho una linguaccia e gusti strani in fatto di libri e musica e Federica l’ha trovato interessante, incontrandomi su una chat.
Comunque sì, nasce da un gioco di ruolo online ambientato nella Londra di Jack the Ripper, in cui si può essere chiunque, persino la regina Vittoria, che ovviamente ho interpretato io.
Il Gioco, fatto apposta per perdere tempo, si è trasformato in una scuola/palestra di scrittura che ha attirato altre anime gentili e un po’ disturbate. Citando il demone Legione, siamo Victorian Solstice e qui dentro siamo molti. O lo siamo stati per un po’. Poi le cose finiscono, perdono il loro smalto. Ma le storie erano tante, perché sprecarle. I libri del VS sono la naturale evoluzione di questo gioco online, ahimè ora in animazione sospesa.
FEDERICA: Il gioco di ruolo Victorian Solstice esisteva già da un pezzo, frutto degli sforzi congiunti di Vittoria e miei. In cuor mio avevo sempre sperato di poter trovare un impiego più ampio per quelle storie e quei personaggi, un modo per portarli al di fuori del forum e farli conoscere al mondo. L’occasione si è presentata quando un contatto di Facebook che collaborava con una casa editrice digitale mi ha proposto di scrivere qualcosa per la collana giallo-nera di cui era curatrice. Ho pensato subito di coinvolgere Vittoria nel progetto e di ‘riciclare’ i personaggi del gioco di ruolo. E la sciagurata ancora una volta mi ha dato retta.
Giochi di ruolo? Interessante! Questo mi offre la possibilità di affrontare un tema sul quale esistono tante posizioni quante sono gli scrittori, cioè il grado d’immedesimazione dell’autore coi suoi personaggi. Nel vostro caso Jonas e Jericho sono dei fuoriusciti dal GdR che hanno proseguito la propria vita nelle novelle del ciclo oppure ve li siete inventati di sana pianta?
VITTORIA: Jonas é stato concepito e sviluppato apposta per la serie Lite Editions. Victorian Solstice si colloca temporalmente tre anni DOPO l’ambientazione del Gioco di Narrazione, il che ci ha permesso di fornire a quasi tutti i nostri personaggi di una back-story dettagliata e complessa, cosa a mio avviso fondamentale per dare spessore a un personaggio. Ho letto da qualche parte che per rendere convincente un personaggio, bisogna sapere tutto di lui, conoscere il suo passato e quant’altro, anche se poi molto di questo non apparirà mai nel libro, perché comunque si sente nel raccontarlo. E qui mi contraddico, come sempre del resto, poiché Jonas è virtualmente l’uomo senza passato, nato apposta per far da contraltare a Jericho. Ho saputo chi fosse solo a giochi finiti.
FEDERICA: Evviva la coerenza, appunto… Gioco di ruolo da quando avevo quindici anni. Al tavolo, dal vivo e on line. In realtà lo facevo anche prima, ma non sapevo che di chiamasse così quello che facevo, ovvero interpretare un personaggio e farlo muovere in un’ambientazione definita. In generale, quando creo un personaggio, per un gioco di ruolo come per un racconto, mi serve sapere tutto di lui, anche episodi della sua infanzia, fatti che non verranno mai palesati, ma che servono a me per renderlo ‘vero’. E’ quello che in teatro si chiama metodo Stanislavskij. Il GdR di Victorian Solstice mi offre un serbatoio pressoché infinto di personaggi e situazioni. Vittoria ed io potremmo scrivere per anni basandoci solo su quello. Nel caso dei racconti della serie, Jericho è stato uno dei primi personaggi che ho creato per il gioco, quindi sapevo già parecchio su di lui. O così credevo. Paradossalmente, man mano che scrivevo con Vittoria, emergevano nuovi dettagli, nuovi ricordi, che rendevano il personaggio sempre più completo e vivo. Ma qui occorrerebbe aprire una parentesi sulla tendenza di certi personaggi ad agire in modo del tutto indipendente dalla volontà del loro creatore. E non è il caso!
Seguendo la vostra pagina facebook si può ammirare una notevole quantità materiale fotografico legato all’ambientazione: ritratti d’epoca, vestiti, scene d’interni e molto altro ancora. Questa cosa mi offre lo spunto per la prossima domanda: quanto, del progetto Victorian Solstice, è ricerca estetica?
VITTORIA: Per quel che mi riguarda, e per quello che riguarda il mio modo di raccontare, io devo VEDERE le cose: gli oggetti, i vestiti, gli interni delle case, le strade su cui camminano i personaggi. Rientra nel concetto di “sapere tutto dei tuoi personaggi” che ho espresso sopra. Oltre alla loro storia, per me è importante visualizzarli come se esistessero veramente, nella speranza di trasmettere questa ‘realtà’ a chi legge. Per cui faccio grande uso di Pinterest e colleziono le sue ‘figurine virtuali’.
FEDERICA: Vittoria ha fatto un gran lavoro sulle boards di Pinterest e la pagina FB di Victorian Solstice. E’ soprattutto lei a raccogliere il materiale. L’estetica vittoriana, se così vogliamo chiamarla, è talmente ricca di suggestioni e stimoli da poter dare spazio a infinite manifestazioni visive. Indubbiamente scrivendo di quel periodo ci si sente influenzati, oltre che dalla moda e dalla realtà oggettiva delle cose, anche dalle tante suggestioni artistiche, soprattutto letterarie e pittoriche. I racconti, pur mantenendo un’ambientazione storica fedele al reale, presentano di quando in quando atmosfere rubate a correnti artistiche, dai Pre-Raffaelliti ai Simbolisti, o a realtà letterarie, come i penny dreadful. Chiamiamole licenze poetiche
Ora parliamo un po’ del primo libro del ciclo, “La società degli spiriti”. Facciamolo con parole vostre, presentandolo ai lettori di WLibri nel modo che preferite. Avete carta bianca (ma non rispondetemi come Totò, eh!).
VITTORIA: Io sono stata incastrata. Federica mi ha comunicato che ‘dovevamo’ scrivere un Giallo/Noir. Che però doveva essere anche ‘erotico’. E magari pure ‘storico’. Invece di scappare a gambe levate, sono rimasta e brontolando e bestemmiando come mio solito, ci ho provato. Stabilito che uno dei due personaggi sarebbe stato Jericho, ho pensato chi metterci accanto. Nonostante il mio parco-personaggi di un centinaio di Vittoriani, ho pensato bene di inventarmi qualcuno di nuovo. Poi i personaggi si modificano vicendevolmente, e messo Jonas a contatto con Jericho, si sono in parte creati l’uno con l’altro. Jericho di tre anni prima era molto diverso dal Jericho del 1890 che frequenta Jonas. La storia è un sunto di tutto quello che ci piace, del mondo che abbiamo creato in anni di gioco: Londra oscura, ricca di perversioni e teatro di grande malvagità. Bellezza in via di corruzione e corruzione che incappa nella redenzione. Scenari grandiosi e grandiosamente abbietti. Queste cose qui, insomma.
FEDERICA: Vorrei poter dire che dietro al primo episodi di Victorian Solstice ci sia un progetto editoriale accurato e lungimirante compiuto da Vittoria e me con solerzia e professionalità. La verità è che quando abbiamo iniziato a scrivere la Società non avevamo idea di dove saremmo andate a parare. Abbiamo preso Jericho e Jonas, li abbiamo buttati in una stanza e siamo rimaste a vedere cosa sarebbe successo. Non hanno deluso le nostre aspettative. Trovo sia una bella storia, intrigante e di atmosfera. C’è la trama poliziesca, l’ambientazione decadente e perversa della Londra vittoriana, con la sua facciata impeccabile che tuttavia non riesce a celare oscurità e fetore. C’è erotismo, in svariate e inaspettate forme. C’è ironia, nel mettere uno di fronte all’altro due uomini che non potrebbero essere più diversi e che, almeno inizialmente, faticano a trovare punti di contatto. Col senno di poi, e sapendo cosa succederà negli episodi successivi, non credo cambierei la Società: era tutto nuovo, per noi come per Jericho e Jonas, e come loro nemmeno noi sapevamo cosa ci avrebbe riservato il futuro.
That’s Folks! (almeno per oggi)
Ringraziamo Vittoria e Federica per essere state con noi e vi diamo appuntamento alla prossima recensione/intervista con La lega dei gentiluomini rossi, secondo capitolo della serie Victorian Solstice.
Vittoria Corella è uno pseudonimo.
La persona che si cela dietro questo nome ha lavorato come giornalista per il Romagna Corriere, il quotidiano più diffuso in Romagna dopo il Resto del Carlino.
Federica Soprani vive a Parma, sfortunatamente per lei, in questo secolo.
Scrivere le è necessario quanto respirare. E da parte di un’asmatica questa affermazione si ammanta di un pathos quasi insostenibile… Tale necessità non sempre riesce a coniugarsi col suo lavoro presso uno studio grafico e con la gestione più o meno rocambolesca di una famiglia che ha più zampe che arti. Ma oltre che vivere occorre sopravvivere. Laureata in lettere moderne, indirizzo Storia del Teatro e dello spettacolo con una tesi dal titolo La figura del Vampiro nel Teatro tra ’800 e ’900, da sempre coltiva la passione per la lettura e la scrittura. Il suo romanzo Corella l’ombra del Borgia è stato pubblicato da Mondoscrittura nel 2013.
Intervista doppia su I miei sogni tra le pagine



Intervista a Federica Soprani
Intervista di BlackArcana su Pane e Paradossi
Letto e Bloggato: La società degli spiriti
Posted by BlackArcana on Aprile 26th, 2013
Inizio ringraziando entrambe per la disponibilità e dandovi il benvenuto su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato . Che ne dite di raccontarci qualcosa di voi, cosa amate fare, come vi siete avvicinate alla scrittura, qual è il suo ruolo nella vostra vita e, soprattutto, com’è nata la vostra collaborazione?
Federica: Grazie a voi, è un onore e un privilegio essere vostre ospiti. Le cose che amo fare sono sempre molto più numerose di quelle alle quali posso dedicarmi, purtroppo. Amo in cinema e le serie televisive. Ho fatto teatro per anni, poi ho ripiegato sui giochi di ruolo dal vivo quando gli impegni di lavoro mi hanno imbrigliata. Mi piace cucinare (e mangiare). Adoro fare lunghe passeggiate, cercando disperatamente di scovare scorci suggestivi e selvaggi tra il grigiume cittadino. Naturalmente mi piace leggere, da sempre, e scrivo da quando ero bambina. All’inizio era un modo per dare spazio e voce ai miei innumerevoli amici immaginari. Poi ho iniziato a scrivere storie per i miei amichetti ‘reali’. E non ho più smesso. Scrivere è la cosa che amo fare di più in assoluto, mi fa stare bene, mi rende felice.
La collaborazione con Vittoria è nata per caso. Ci siamo conosciute su un forum di appassionati di Doctor Who. Io all’epoca avevo appena aperto Victorian Solstice, il Gioco di Narrazione on line, e cercavo players. Sebbene lei avesse ammesso di non aver mai scritto narrativa in vita sua sono rimasta subito folgorata dal suo stile e dalla sua inventiva e ho fatto di tutto per irretirla e portarla verso il lato oscuro. E ci sono riuscita
Vittoria Corella: Io leggo. Molto. Sempre. Comunque. Per dormire, per combattere la tristezza, ma soprattutto per imparare cose nuove, perché imparare per me è sinonimo di felicità. Per motivi mai del tutto chiariti, c’è sempre stato qualcuno che nella mia vita mi ha chiesto “Scrivimi qualcosa!”. Me l’ha chiesto la redazione di un quotidiano, allora ho anche fatto la giornalista per un po’, poi un paio di magazine cartacei ora defunti e anche qualche webzine: “Scrivimi qualcosa!”. Poi è arrivata Federica e mi ha chiesto “vuoi scrivere? “ e io le ho risposto sì. Che altro potevo fare?
Come è nata l’idea de “La società degli spiriti”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo e alle altre cronache della vostra serie Victorian Solstice?
Federica: Per quanto mi riguarda La Società nasce da un sogno. Ho sognato l’omicidio Kynaston qualche anno fa. Ho sognato la Sirena. E nel sogno c’era un Medium senza scrupoli. Avevo buttato giù qualcosa subito, ma poi non ne avevo fatto nulla. Poi, quando nacque Victorian Solstice GDN tirai fuori la storia per un articolo di Orlando Swan sulla Mayfair Gazette. Il caso era ancora irrisolto. Nell’articolo si leggeva che anche il sedicente Medium Jericho Marmaduke Shelmardine aveva preso parte alle indagini. Quando Vittoria ed io abbiamo deciso di iniziare a scrivere gli episodi della serie ho subito proposto questo caso, per scoprire una volta per tutte cosa fosse successo.
VC: Federica, che è più pratica di me, voleva concretizzare qualcosa riguardo all’autentico MARE di storie e personaggi che nel corso di oltre quattro anni di scrittura insieme avevamo accumulato nel nostro immaginario comune, ovvero i Londinesi Vittoriani del nostro Gioco di Narrazione. Suppongo lei abbia scelto Jericho, perché credo sia il Londinese ‘più vecchio’. Io invece ho ideato Jonas proprio per questi racconti e mi sono ispirata ad una faccia che mi piacesse. Lo faccio sempre. Trovo una faccia che mi ispira una storia e poi ricamo. In questo caso mi sono ispirata allo scrittore Falksen.
Jericho e Jonas: così diversi ma così simili nella ricerca di una distrazione al dolore che si portano dietro. Due personaggi affascinanti dal rapporto complicato e ricco di futuri sviluppi. Che rapporto avete con loro? Da dove è nata l’ispirazione nell’idearli e nel descriverli al lettore?
Federica: Amo Jericho, è uno dei primi personaggi che ho creato per l’ambientazione vittoriana. In precedenza lo usavo anche in un altro GDR on line. Il fatto che lo ami tanto mi porta ad infierire particolarmente su di lui. Faccio sempre così con i personaggi che mi piacciono, ho questa mia contorta estetica del dolore che mi porta a credere che a certi personaggi la sofferenza doni enormemente! Ho giocato Jericho su Victorian Solstice GDN per anni, e Vittoria ha creato per lui Cristophe Safire e Valentina Casanova. Confesso che nel GDN, ambientato tre anni prima rispetto ai fatti della serie, era destinato a morire, ma quando si è ventilata la possibilità di scrivere questi racconti ho deciso che lui fosse il candidato migliore come protagonista, e ho deciso di allungargli un po’la vita. E poi per nulla al mondo avrei mancato al suo incontro con Jonas Marlowe! Me ne sono innamorata non appena Vittoria mi ha inviato il primo frammento su di lui. Penso che sia perfetto come controparte del Medium. E anche il Medium lo pensa.
VC: La mia crudeltà nei confronti dei miei personaggi è proverbiale e degna di un Dio dell’Antico Testamento. Non provo particolare coinvolgimento emotivo nei confronti dei miei personaggi: cerco solo di costruire una storia avvincente, credibile, possibilmente ‘bella’ e rendere il più tridimensionale possibile il personaggio. Però quando mi stufo, lo abbatto senza pietà. Jonas è un esperimento di ‘buono senza speranza, non bello e non vincente’. Da piccola preferivo Paperino a Topolino, come quasi tutti.
Siete entrambe creatrici e autrici di un Gioco di Narrazione dedicato alla vostra serie poliziesco-erotica Victorian Solstice ( www.victoriansolstice.forumfree.it) . Ci volete spiegare cos’è e come è nata l’idea?
Federica: In realtà il GDN è precedente, esiste dal 2009, e da esso traiamo gran parte delle idee, dei personaggi e delle situazioni riproposte nei racconti. Jericho, Safire, Re Belial, Sir Davies, così come buona parte dei personaggi che appariranno nei racconti successivi, esistevano e vivevano già nel GDN. Solo Jonas è stato creato appositamente per la serie. Il GDN è ambientato nel 1887 e propone una linea cronologica comune che si snoda in tre diversi ‘blocchi’ sociali (West End, City e East End) attraverso i quali si intrecciano le vicende di numerosi personaggi. Ho sempre creduto molto in questo progetto e ho sempre pensato che, prima o poi, ne avremmo tratto qualcosa di pubblicabile. Aspettavo solo di scoprire cosa.
VC: Il ‘VS’, come lo chiamiamo noi, è una specie di romanzo totale online in cui chiunque abbia voglia di scrivere e leggere e nutra un minimo di interesse per il periodo storico in questione può entrare. C’è una linea narrativa comune e chiunque si può inserire col suo personaggio e interagire con gli altri. Il risultato è un specie di romanzone/gioco di ruolo con diecimila personaggi e diecimila trame diverse che prima o poi si intersecano. Per adesso è in pausa di riflessione, ahimè.
Volete raccontarci qualcosa dei passi che avete dovuto fare per vedere finalmente pubblicato “La società degli spiriti”? È stato tutto come vi aspettavate? Com’è il mondo dell’editoria visto con i vostri occhi?
Federica: E’stato abbastanza facile, in realtà. La curatrice della collana Giallo-Nero della Lite mi chiese se avessi qualcosa da proporle. Ci conoscevamo già e aveva letto altri miei racconti. Io, che non sono mai stata molto portata per il giallo e il poliziesco, ho proposto subito a Vittoria una collaborazione. Lei si è fatta pregare come al solito, ma ho saputo fin da subito che avrebbe capitolato. Abbiamo scritto il primo racconto quasi di getto, lo abbiamo editato e lo abbiamo inviato alla Lite, insieme alla copertina disegnata per noi da Monia Zanetti, la nostra illustratrice ufficiale. Ci è arrivato il contratto e lo abbiamo firmato. Tutto molto semplice. Per quanto riguarda il mondo dell’editoria, personalmente mi confonde e mi atterrisce un po’. Mi ero già resa conto delle tante zone d’ombre cercando di pubblicare il mio romanzo storico (tuttora inedito), ma non ero pronta al sottobosco della case editrici digitali, che con la loro vasta diffusione rendono ancora più difficile tenere le fila dei giochi. Occorre cautela, questo è certo, e occorre umiltà, ma questo l’ho sempre saputo. Bisogna imparare a relativizzare ogni cosa, tanto le lodi quanto le critiche, e rassegnarsi al fatto che, in questo come in tutti gli altri campi, spesso il successo è legato più a simpatie e favoritismi che non ha effettive capacità. Compreso ciò, bisogna cercare di tenersi fuori da clientelismi e compromessi e andare avanti per la propria strada, con coerenza. Scriviamo fondamentalmente perché ci piace. Lo faremmo anche se nessuno ci leggesse, come abbiamo fatto per anni nel GDN. Facciamo del nostro meglio. Il reso deve contare poco.
VC: Il Mondo dell’Editoria NON è come me lo aspettavo. Prossima domanda?
Avete delle tecniche narrative, dei trucchi, dei riti o luoghi che vi conciliano meglio il processo creativo a cui non riuscite a rinunciare quando scrivete? Insomma, come vi rapportate alla pagina bianca?
Federica: No, nulla in particolare. Apro la pagina e se comincio a ‘vedere’ qualcosa significa che è un buon momento per scrivere. Di solito che sta andando bene quando ho l’impressione che le parole appaiano prima che io le abbia scritte, come se le mie dita si muovessero per conto loro. Altre volte parlo sottovoce mentre scrivo, come se seguissi un dettato.
VC: io scrivo ‘a mente’ (cioè letteralmente mi racconto da sola la storia nella mia testa) e lo faccio nel dormiveglia, prima di addormentarmi. Le mie inibizioni si azzerano e spesso sogno le storie come se fossero film. La mattina, se riesco, trascrivo il tutto. Non sempre mi è possibile, allora cerco di riempire il foglio bianco meglio che posso.
Da dove parte la vostra storia di lettrici? Quali generi letterari vi affascinano? Quali sono i vostri autori feticcio, quelli che vi è impossibile abbandonare?
Federica: Ho iniziato a leggere piccolissima, sebbene nessuno nella mia famiglia fosse particolarmente devoto alla lettura. Ciononostante mi hanno sempre incoraggiata molto. Sono sempre stata una lettrice onnivora. Crescendo i miei gusti si sono orientati verso la storia, in particolare Rinascimento e primo Ottocento. Ma ho continuato a lasciami guidare dal mio naso e dalla suggestione del momento. Mi sono appassionata di Storia napoleonica e mi sono laureata con una tesi sui vampiri. Per anni ho creduto di essere la reincarnazione del poeta inglese Percy Shelley (e sospetto che Vittoria lo sia di Lord Byron…). Gli autori che considero tuttora i miei modelli sono una rosa tutta femminile: Emily Bronte (il suo Cime tempestose resiste come mio romanzo preferito dall’età di undici anni), Angel Carter (La camera di sangue è un libro che ho letto fino a consumarne le pagine), Tanith Lee (autrice che ha riscritto per me il significato di ‘fantasy’), Paola Capriolo (La grande Eulalia, Vissi d’amore, e tutta la sua produzione magica e inimitabile). Negli ultimi anni mi sono appassionata ai romanzi di Arturo Pérez-Reverte.
VC: Mi hanno spiegato che leggere è vivere molte vite. Mia nonna ci teneva moltissimo, e mi torturava coi classiconi lacrimosi tipo Cuore, Incompreso e Piccole Donne. E’ lì che ho imparato che leggere è un viaggio ed un supplemento di vita. Leggo qualsiasi cosa. Prediligo i romanzi storici, le storie di guerra e odio il fantasy in maniera viscerale.
So che è a breve uscirà il sequel della “La società degli spiriti” e che si intitolerà “La Lega dei gentiluomini rossi”. Ce ne volete parlare? Qualche succosa anticipazione? Altri progetti di cui dovremmo essere informati?
Federica: In realtà noi stiamo già lavorando al quarto racconto, ma meglio non correre troppo! La Lega vedrà ancora insieme Jonas e Jericho collaborare a un altro caso oscuro e misterioso (e sopratutto alle prese l’uno con i fantasmi dell’altro). Emergeranno altri tasselli della vita del Medium: soprattutto il finale aprirà nuovi scenari alquanto sconcertanti su di lui e sul futuro. Altri progetti in comune? Sto cercando di convincere Vittoria a scrivere un romanzo monumentale che dovrebbe coprire un periodo a cavallo tra il 1887 e il 1954 e che riproporrebbe personaggi e situazioni legati a Victorian Solstice. Spero di convincerla!
VC: Jericho e Jonas riveleranno nuovi aspetti nascosti di una Londra piuttosto dark e crudele. Jonas finirà con l’innamorarsi, ma non vi dico di chi.
Intervista su Reader’s bench
A cura di Danylù Louliette K su Reader’s bench
INTERVISTA A FEDERICA SOPRANI E VITTORIA CORELLA, AUTRICI DE LA SOCIETA’ DEGLI SPIRITI E LA LEGA DEI GENTILUOMINI ROSSI
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Federica Soprani |
Intervista di Aquila Reale per La penna d’oro
Do il benvenuto sul blog “Penna d’Oro” a Federica Soprani e Vittoria Corella, autrici della serie “Victorian Solstice”. Grazie per aver accettato di rispondere a questa intervista a due voci.Per cominciare raccontateci qualcosa di voi e soprattutto come nasce la vostra collaborazione?Federica : Mi sono imbattuta in Vittoria su un forum dedicato al Doctor Who. Dopo cinque minuti stavamo già litigando riguardo a Cesare Borgia e Caterina Riario Sforza. Ho deciso che era meglio averla come amica che come nemica e l’ho convinta a creare con me un forum di Gioco di ruolo ambientato nella Londra vittoriana. Per lei il massimo del gioco fino ad allora era Monopoli e, ingenua, mi ha seguito senza sapere in che ginepraio si stava cacciando.Vittoria : Federica mi ha trovata su internet e manipolata, facendomi credere di poter scrivere dei libri. Io credo a tutto.Quali autori hanno influito sulla vostra formazione?Federica : Sono sempre stata una lettrice onnivora, e ho avuto la fortuna di avere insegnanti che mi hanno lasciata libera di seguire il mio naso più delle direttive ministeriali. E soffrendo di rinite allergica… Ho un passato di Umanista alle spalle, con un amore non sempre corrisposto per i classici. Dopo che qualcuno è riuscito a convincermi che dopo l’Ottocento c’è stato anche il Novecento ho allargato un po’i miei orizzonti. Come modelli di riferimento cito solo Tanith Lee, Paola Capriolo, Angela Carter.Vittoria : Sono di formazione anglosassone: classici inglesi, americani, australiani, neozelandesi e anche moltissimi africani in lingua inglese (ci sono autori grandiosi). Citarne alcuni? A me basta che parlino inglese. E l’accento ‘british’ mi fa anche sesso.Se vi fosse stata data la possibilità di scegliere, in quale epoca avreste voluto vivere?Federica : Idealmente Rinascimento italiano, primo Ottocento inglese (ho creduto per anni di essere la reincarnazione di Percy Shelley e se mi chiamano Shilo mi volto ancora. Ma solo se lo fa Byron), epoca vittoriana, sempre in Inghilterra. Sono decisamente filo-albionica, nonostante la mia passione viscerale per le guerre napoleoniche e le figure umane di Napo e dei suoi marescialli. Riconosco tuttavia che l’epoca in cui vivo mi offre molte più opportunità e la speranza di non essere falciata da un lanzichenecco mentre porto fuori il cane.Vittoria : Mi piace scrivere quasi esclusivamente di epoche passate, ma come donna me la sarei vista brutta in tutte, per cui mi va bene il XXI secolo, anche se non è che siano rose e fiori anche oggi.Come nasce la serie poliziesca-erotica Victorian Solstice?Federica : Come detto prima, io e Vittoria abbiamo creato e gestito per tre anni un gioco di ruolo di ambientazione vittoriana, Victorian Solstice. A un certo punto abbiamo deciso che tutte quelle storie e quei personaggi meritavano uno spazio maggiore di quello offerto dal forum, e così siamo partire per questo nuovo viaggio.Vittoria : MANIPOLAZIONE MENTALE. Vedi domanda 1.La genesi della coppia Jericho e Jonas è stata travagliata?
Federica : No, non direi. Vittoria aveva pensato bene di far morire Safire nel Gioco di Ruolo. Il minimo che poteva fare era dare al medium un’altra possibilità. Inoltre ci piaceva l’idea di affiancare due personaggi che non potessero essere più diversi e incompatibili, almeno di primo acchito.Vittoria : No, serviva una controparte per Jericho. Jericho lo conosco molto bene, visto che gli ho rovinato la vita nel peggiore dei modi. Gli dovevo ‘qualcuno’ che gli stesse vicino e lo facesse almeno un po’ sorridere.I loro nomi Jericho Marmaduke Shelmardine e Jonas Marlowe da dove traggono origine?Federica : Marmaduke Bonthrop Shelmardine è un personaggio di Virginia Woolf che appare nel romanzo Orlando. Racchiude in sé tutti gli archetipi dell’eroe romantico: passa il tempo doppiando il Capo di Buona Speranza col mare in tempesta, quando non è impegnato a combattere per l’indipendenza di un qualche paese lontano; conosce l’opera omnia di Percy Shelley a memoria e la recita alla propria donna dopo aver fatto l’amore. E ovviamente è bello e tormentato.Vittoria : Mi piacciono i nomi corti da scrivere, perché sono pigra: ecco Jonas, un gradino sopra ‘Ugo’. Marlowe per via del drammaturgo inglese pugnalato a Deptford perché spia di Elisabetta I. Vedere domanda 2, in ogni caso.Una frase di Franz Kafka recita: “Un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi”. E’ così, in J&J c’è un cuore ghiacciato?Federica : Ce ne sono due, ma personalmente spero che avvicinandoli si scatenerà una miracolosa reazione chimica che scioglierà il ghiaccio e colmerà il vuoto. Vittoria si diverte a deludere la mia speranza.Vittoria : In Jonas sì, c’è moltissimo ghiaccio che copre una corona di spine, che cinge la fronte del crepacuore.Perché, secondo voi, questi novelli investigatori piacciono così tanto al pubblico dei lettori?Federica : Piacciono? Davvero?… 😉 Credo che piacciano per motivi diversi a lettori diversi. Per esempio molte ragazze fanno semplicemente il tifo per vederli prima o poi insieme, nella miglior tradizione del M/M. Ce li shippano pure. Io credo che possano affascinare perché si lasciano scoprire a poco a poco, a ogni racconto, un velo dopo l’altro, e forse questa imprevedibilità accende la curiosità di chi legge e fa venire voglia di andare avanti.Vittoria : Beh, suppongo perché sono imperfetti. Come tutti noi.Quanto vi sentite emotivamente coinvolte nei confronti dei personaggi che avete creato?Federica : Moltissimo. Non riesco a mantenere il distacco da loro. Soffro spesso per il loro dolore (che io stessa ho inflitto, vabbè…). Fortunatamente la cosa non è reciproca. Ai loro occhi credo di essere una specie di portinaia impicciona che amministra dispoticamente il condominio in cui sono costretti a vivere e che può solo assistere con trepidazione alle loro storie.Vittoria : Non molto. Io li guardo da fuori e li muovo. Sono un regista. O una divinità assiro-babilonese.
C’è una particolarità del carattere dei due investigatori che non sopportate?Federica : Jonas è ‘odiosamente integro’ come non mancherà di affermare qualcuno nel quarto racconto. A me personalmente piace anche questo suo aspetto, ma suppongo che alle volte i suoi spigoli possano risultare ostici. Di Jericho non apprezzo l’istinto di autodistruzione, ma per fortuna sta guarendo, pian piano.Vittoria : Il famosissimo ‘palo in quel posto’ che ha Jonas. Di Jericho non sopporto il distacco verso i suoi figli (spoilers!).
Avete mai subito “il blocco” dello scrittore?Federica : Purtroppo sì. Bisogna fare i conti con la vita, giorno dopo giorno, col lavoro e con tutte quelle cose squisitamente materiali che ci ammorbano e appesantiscono le nostre ali con la grigia polvere dei giorni. Ma poi passa. Scrivere mi fa stare troppo bene.
Vittoria : Sì, quando sono depressa, ma poi prendo le mie medicine.Qual è il lavoro di ricerca da cui nascono i vari episodi?Federica : Io e Vittoria parliamo molto, il nostro brainstorming è costante. Il fatto che per la maggior parte del tempo diciamo idiozie non significa che prima o poi non ne potremmo trarre qualcosa di buono. Già ai tempi del forum cercavamo di curare molto la veridicità storica e di costume, quindi andiamo avanti a leggere e cercare notizie sui libri e sulla rete.Vittoria : Leggo libri di vari argomenti sull’epoca storica che tratto: vita sociale, politica, sessualità, letteratura. Anche libri per bambini. Uso molto internet.Con un mix perfetto di collaborazione avete creato uno stile raffinato, curato nei minimi particolari. E’ difficile scrivere in due?
Federica : No, mi trovo benissimo con Vittoria, nonostante non possano esistere due persone più diverse di noi (un po’ come J e J ;)). Ci stimoliamo molto a vicenda e come per magia tutti i tasselli si incastrano, prima o poi, anche quelli che sembravano destinati a non trovarsi mai. Lei è molto severa e un po’rompiscatole quando si tratta di editing, ma mi ha aiutata a migliorare molto in questi ultimi mesi e di questo le sarò sempre grata.
Vittoria : Non con Federica.Che sensazione provate nel digitare l’ultima parola di un racconto?Federica : sto benissimo, poi malissimo. La crisi d’astinenza subentra dopo le prime 48 ore.Vittoria : Rispondo con Violetta della Traviata:“Sempre libera degg´io
folleggiare di gioia in gioia,vo´che scorra il viver miopei sentieri del piacer.Nasca il giorno, o il giorno muoia,sempre lieta ne´ ritrovi,a diletti sempre nuovidee volare il mio pensier”Progetti per il futuro?Federica : Tanti. Una serie di racconti Steampunk che racconteranno le avventure di un supereroe Vittoriano e della sua nemesi, un racconto sempre Steampunk su Byron e Shelley e un romanzo storico che coprirà qualcosa come settant’anni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Ma nel frattempo cerchiamo di non perdere il ritmo. Abbiamo scritto perfino un romance, anche se Vittoria non vuole che si sappia in giro. Ops, non dovevo dirlo?… Nel frattempo portiamo avanti progetti in solitario. Il mio romanzo storico Corella, l’ombra del Borgia, uscirà entro l’estate (pubblicità progresso ;))
Vittoria : Per ora qualcosa di Steampunk. Forse.Grazie per la vostra disponibilità, ad maiora Federica e Vittoria!
Federica : Grazie a te! Alla prossima.
Vittoria : God save the Queen!