A modo loro, lo sapevano. S’avvicinava la tempesta, dopo la calma e l’ebbrezza. Da qualche parte, sopra le loro teste, in un punto preciso del loro immediato futuro il tempo stava per finire. D’altronde si sa, la candela che brilla più intensa brucia prima, e la loro era la luce di tutte le luci, migliaia di fiammelle che avevano generato una stella danzante. E ora la stella iniziava a implodere.

Valentina indossava un chimono color papavero, lunghe maniche sfioravano il pavimento ed uno strascico di sangue la seguiva. Geisha d’oro, bianca e rossa, principessa ma in realtà strega, orribile matrigna, spirito cannibale.

S’avvicinò al grande letto, su cui sedevano i suoi due uomini. Jericho si limitò a guardarla. Safire disse: “Amore mio” e cercò di slacciarle l’obi già allentato. S’intravedeva la rotondità color panna del seno, il rosa scuro del capezzolo.

Valentina gli schiaffeggiò la mano: “Giù le mani. Non toccarmi.” Safire sorrise. Riconosceva le regole del gioco, e lo divertivano molto. Invece Valentina si girò verso Jericho e Jericho vide che era grigia in faccia: “Credevo ti importasse qualcosa di noi, invece mi sbagliavo. Sei pazzo. Irresponsabile. Egoista. Dovrei prenderti a calci quel bel faccino.”

Safire sgranò gli occhi: “Ma che ti prende stavolta? Che cosa ti ha fatto?”

Jericho fece per mettersi in piedi. Valentina lo spinse di nuovo a sedere: “Un assassino in casa nostra! Posso capire che Cristophe manchi di giudizio, ma tu gli reggi anche il gioco! Un assassino in casa del mago Safire!” indicò la porta. Oltre la porta le scale che portavano alla soffitta. E in soffitta il Signor Krane e il Dottor Goodfellow.

“Riesci a immaginare cosa accadrebbe se si venisse a sapere che il Mago Safire da asilo ad un assassino? Credi che lo scandalo ci risparmierebbe? Che i teatri ci scritturerebbero ancora? Forse non ti è chiaro, schifoso inglese, che questa casa e i tuoi conti li paghiamo coi soldi degli spettacoli?”

Safire  allungò un braccio tra Valentina e Jericho: “Adesso basta, Cherie. Lascialo stare. Forse hai bevuto troppo.”

Valentina si girò e nel girarsi sferrò un manrovescio al mago, tale da piegargli la testa di lato. Quando Safire tornò a guardarla, aveva un taglio sulla guancia. Il maledetto anello di fidanzamento. Diamante da dodici carati. Taglio a cuore.

“Finiscila! Finisci di proteggerlo! Mi avevi giurato che saremmo stati solo noi due! Nessun altro! Solo io e te!” Velentina urlava. Sputava goccioline iridescenti di saliva addosso a Cristophe: “da quando c’è lui, va tutto a rotoli! Annullata la tourneè! Niente più spettacoli! Gli hai addirittura comprato una casa!”

Cristophe si alzò in piedi, un rivolo di sangue gli aveva macchiato la camicia: “ Cherie. Amore mio. Calmati. Non siamo mai stati gelosi. Ma che succede?”

“Succede che è arrivato il momento si fare una scelta. O io, o lui.”

Safire la guardò a bocca aperta. Passò una manciata di secondi.

Infine il Mago disse: “Non chiedermi di scegliere. Non posso farlo.”

Valentina face due occhi sottili, rettili: “Vuoi dire che io per te sono importante tanto quanto lui?”

Safire non guardò Jericho: “No, non è esatto” mormorò.

La comprensione del significato dentro a quel no face allargare gli occhi di Valentina oltre i limiti imposti dal suo bel faccino. Fu percorsa da un tremito. Guardò il Medium, si sfilò uno spillone dalla crocchia lasca e saltò addosso a Jericho, mirando agli occhi.

Cristophe fu svelto a bloccarle il polso, ed evitò che Valentina cavasse un occhio al suo amante.

“Cherie! Fermati!” le torse il polso e lo spillone cadde a terra, senza alcun rumore sul tappeto persiano.

“Perché mi fai questo? Perché?” singhiozzò Valentina. Safire l’abbracciò: “Piccola mia” disse semplicemente.

“Uscite. Uscite da questa stanza.” Mormorò la ragazza contro il petto del mago: “Andatevene. Ho la nausea.”

Safire si staccò da Velentina e vide che il suo sangue le aveva macchiato la fronte.

“Hai solo bevuto troppo a cena, amore mio. Domani sarà tutto passato.”

“Oh no. Non passerà. Sono incinta. Adesso fuori di qui, o giuro che vi uccido entrambi.”