Lei è la fanciulla che aspetta. Da sempre, per sempre. Che in eterno aspetterà. Perché ha perduto qualcosa, Beatrix Hastings, qualcosa di prezioso, qualcosa di inestimabile, e in quella perdita vive, di quell’assenza si nutre, sentinella smarrita ai confini di sè. Ma per fortuna a Badhouse c’è sempre tanto da fare, c’è sempre qualcuno di cui occuparsi, dimenticando se stessi. Lei è la fanciulla che aspetta, la fanciulla che ama, nel silenzio, in stanze in cui danza solo il pulviscolo di giorni di sole di mille anni fa.

Beatrix trattenne il fiato, mentre dall’oscurità in fondo allo stanzone si staccava un brandello d’ombra, una bolla pulsante che prese a dirigersi galleggiando verso di lei. No, non galleggiava, volava, fragile come una fata oscura. Alla vista della falena, le sue labbra s’incurvarono in un sorriso, ma ancora non osava muoversi. Sollevò solo un dito per accogliere la creatura, quando questa l’ebbe raggiunta.
Poi si voltò e corse a svegliare lo zio e a dirgli che lo Spettro era tornato.